• Stati Uniti
  • Cina
- 2012 - 87'
Lingua: Mandarino - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

Due citizen journalist attraversano una Cina in pieno sviluppo a caccia di notizie trascurate dai media ufficiali, sfidando i limiti della libertà di informazione. Armati di computer portatili, cellulari e telecamere, devono fronteggiare la censura governativa muovendosi sul confine sottile tra diritto di opinione e dissidenza. “Tiger Temple”, 57 anni, racconta il mondo che lo circonda senza dimenticare la tumultuosa storia cinese recente. “Zola”, 27 anni, punta con lo stile provocatorio del suo blog a diventare una celebrità del web. I loro percorsi, da due generazioni differenti, offrono un ritratto alternativo della società e del sistema dell’informazione cinesi all’inizio del 21° secolo, e invitano a una riflessione sul ruolo del giornalismo nell’era dei social media.

Festival:
  • Tribeca
  • Hot Docs
  • Sheffield Doc/Fest
  • CPH:DOX
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DICHIARAZIONE

«Nel 2007 lessi un articolo del New York Times su un caso di espropriazione nella municipalità di Chongqing. A catturare la mia attenzione fu il dettaglio che i primi a diffondere la notizia erano stati dei blogger, ed ero curioso di sapere chi fossero. Una rapida ricerca in rete mi condusse a un ragazzo che si faceva chiamare Zola, sul suo sito campeggiava lo slogan “Non saprai mai cosa puoi fare finché non ci provi”, con sue foto in spiaggia sepolto nella sabbia fino al collo, in piedi sul tetto di un edificio, o in posa imitando Bruce Lee. Scrissi a Zola una mail e fui piacevolmente sorpreso dal suo invito a incontrarci, che si apriva con un “Benvenuto in Cina”. È iniziata così una lunga avventura, filmandolo in azione in piccoli villaggi rurali come nella frenetica Pechino, durante quattro anni in cui Zola, partendo da una ingenua caccia alla notorietà, ha sviluppato un interesse più attento per la libertà di espressione in rete e le tecniche di elusione della censura. Lungo il cammino ho incontrato Tiger Temple, un altro blogger, ma anche uno storico e studioso, che mi ha aiutato a contestualizzare e approfondire quello che stavo scoprendo, ispirandomi profondamente con il suo impegno ad aiutare i meno fortunati a ottenere visibilità pubblica e assistenza legale. Le storie di Zola e Tiger Temple mi hanno commosso, così come i loro sforzi di capire meglio sé stessi e le loro vite, cercando di cambiare e migliorare quelle degli altri. Sono stato testimone del grande sacrificio personale e dei rischi che implica la scelta di dire la verità in faccia al potere, da entrambe le prospettive di due generazioni profondamente diverse. Ed è la dedizione al lavoro che fanno, insieme al loro impegno nella collaborazione al documentario, ad aver nutrito il nostro desiderio di rendere giustizia alle loro storie». Stephen Maing, regista

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