• Danimarca
- none - 88'
Lingua: Danese, inglese e coreano - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

Un giornalista senza scrupoli e una coppia di improbabili comici di origini coreane (uno dei quali spastico), partono dalla Danimarca diretti in Corea del Nord, con la scusa di uno scambio culturale. Autorizzati ad entrare nel paese, metteranno alla prova il senso dell’umorismo dei nord-coreani e la tenuta del sistema autoritario retto dal culto del “Caro Leader”, generale Kim Jong-il. La strategia controversa adottata da Brügger non smette di far discutere, ma il risultato dell’incontro tra la sua spietata satira e la società più chiusa al mondo, sono uno sguardo inedito su un paese impermeabile, e una denuncia sincera dei crimini del suo regime.


NOTE

Alla presenza del regista  Mads Brügger


DICHIARAZIONE

Il mio approccio al cinema viene dal mio lavoro come giornalista, non ho mai avuto una formazione da regista. Avevo già giocato con finti ruoli e personaggi nel mio film precedente Danes for Bush (2004), in cui ce ne andavamo in giro per gli USA facendo finta di essere dei neo-conservatori danesi impegnati per la rielezione di George W. Bush. Ho poi cercato un posto al mondo in cui il gioco delle parti e la menzogna deliberata fossero moralmente accettate e parte della vita quotidiana, e mi sono reso conto che doveva essere per forza un qualche genere di dittatura. È così che sono arrivato alla Corea del Nord, di cui non sapevo molto prima. Non appena ho iniziato a leggere e documentarmi, quella che personalmente considero la dittatura più repressiva e sofisticata che la storia ricordi ha iniziato a ossessionarmi. Avendo avuto a che fare con i regimi comunisti in passato, sapevo che adorano gli "scambi culturali", li commuovono fino alle lacrime, e che avrei dovuto offrirgli un progetto del genere come esca. Sapevo anche che avrei dovuto usare la chiave della commedia, perché la gran parte dei dittatori sono esilaranti, specialmente Kim Jong-Il. Poi ho sentito parlare di questo comico disabile danese-coreano, che si esibiva nei club di Copenaghen, e da lì in poi il film si è praticamente fatto da solo... a parte la permanenza vera a propria in Corea del Nord: un'esperienza assolutamente paranoica e snervante.

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