H2: Occupation lab

  • Idit Avrahami
  • Noam Sheizaf

H2: Occupation lab

  • Idit Avrahami
  • Noam Sheizaf
  • Israele
- 2022 - 94'
Lingua: Ebraico, arabo e inglese - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

H2 è il nome dato alla parte orientale di Hebron, l’unica città palestinese con un insediamento ebraico. Qui, lungo una strada di un chilometro, si trova la sacra Grotta dei Patriarchi, dove ebrei e musulmani credono sia sepolto il loro padre comune, Abramo. Qui ha avuto luogo il massacro del 1929, considerato “anno zero” del conflitto; qui è nato il movimento dei coloni ebraici, e per la prima volta l’esercito ha imposto la politica di segregazione etnica. Attraverso filmati d’archivio e interviste ai comandanti militari e agli abitanti, H2: Occupation lab racconta la storia di un luogo che è allo stesso tempo specchio e microcosmo dell’intero conflitto, e laboratorio dei metodi di controllo che Israele sta imponendo su tutta la Cisgiordania.

Festival:
  • DocAviv

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Sito ufficiale


BIOGRAFIA

  • Idit Avrahami è un'acclamata regista di documentari. È regista e co-creatrice della serie di documentari The Barnoar per Keshet e Ki sugli omicidi in un bar frequentato da giovani omosessuali, in Israele. Tra i suoi altri progetti figurano Fabric Stories (serie, yesDocu), Selfies (Channel 8), The Journalists (serie, yesDocu), presentato in anteprima al Festival DocAviv, e The Boy Who Died of Fear (documentario, yesDocu). Il suo documentario breve Institutional Abduction è stato presentato in anteprima alla Biennale di Venezia 2019. Idit si è laureata con lode alla Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme, dove attualmente insegna regia di film documentari.
  • Noam Sheizaf lavora da anni nel giornalismo politico e nel cinema documentario. È stato responsabile delle ricerche e dei contenuti per i film del regista Dror Moreh The Corridors of Power e The Human Factor, sceneggiatore di Lieberman diretto da Nurit Keidar, e regista di Meshulam per Channel 8. Tra i suoi incarichi giornalistici figurano il research editor e il vicedirettore della rivista Maariv, e la collaborazione con Ha'aretz e Yedioth Ahronoth, tra gli altri. Sheizaf è stato anche redattore capo di +972 Magazine, web magazine di notizie e opinioni che presenta una voce giovane nel dibattito politico internazionale.

DICHIARAZIONE

L'evento che ha attirato la nostra attenzione su Hebron avvenne il 24 marzo 2016, quando due palestinesi cercarono di accoltellare dei soldati israeliani all'ingresso di un complesso abitato da coloni. Un soldato rimase ferito, i suoi commilitoni spararono agli aggressori. Dieci minuti dopo, mentre uno dei palestinesi feriti era a terra, un medico dell'esercito si è avvicinato e lo ha ucciso, da distanza ravvicinata. L'evento è stato ripreso dalle telecamere e ha scatenato una tempesta politica, conclusa con le dimissioni del ministro della Difesa, che aveva insistito per processare il medico. Il “caso Azaria” - com’è noto in Israele - è avvenuto nella città vecchia di Hebron, la cosiddetta H2. Facendo ricerche sulla vicenda, ci siamo resi conto che per la sua storia e ubicazione è stato per anni il luogo più filmato del Medio Oriente, dove vige una realtà surreale che è diventata la norma. Cercare di capirla ci ha condotto avanti e indietro dal suo passato al suo presente, attraverso le incredibili vicende che questo luogo e la sua gente hanno da raccontare: l’intera la storia del conflitto israelo-palestinese si riflette in questa strada lunga un chilometro, nel cuore di Hebron. Crediamo che i film possano aiutare a dare un senso al mondo e a cambiarlo in meglio, e Hebron è la chiave per comprendere i fallimenti del passato e i rischi del futuro. In un mondo che manipola e controlla le persone attraverso tecnologia, potere militare, recinzioni e muri, H2 sembra un messaggio proveniente da un futuro distopico, e rivolto non solo a israeliani e palestinesi. Ci mostra cosa accade quando le istituzioni falliscono, quando la legge cede il passo al potere, quando l'estremismo religioso diventa risorsa politica, quando l'uguaglianza lascia il posto al controllo etnico. E dimostra l'urgente necessità di un nuovo tipo di pensiero politico, fondato sulla parità di diritti, sul rispetto e sulla cooperazione. Idit Avrahami, Noam Sheizaf

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