Qui finisce l’Italia
- Gilles Coton
Estate 1959: su invito della rivista Successo Pier Paolo Pasolini percorre con la sua Fiat 1100 l’intera costa della penisola, da Ventimiglia a Trieste, tra le ultime tracce del dopoguerra e una delle prime stagioni vacanziere borghesi. Nasce così La lunga strada di sabbia, diario di viaggio nell’Italia sospesa tra il boom economico e un passato recente, ma sempre più distante. Pasolini descrive i ragazzi e le ragazze, i volti che incontra, le città e località in cui fa tappa: Genova, Livorno, Roma, Napoli, Ischia, la Calabria e la Sicilia, Taranto, la riviera adriatica, Venezia, Caorle, fino all’arrivo nel suo Friuli.
Estate 2009: un regista belga ripercorre quel viaggio, accompagnato dalla lettura del testo originale. Il risultato non è un documentario su Pasolini, ma un road movie che unisce le impressioni pasoliniane di 5 decenni prima e le contraddizioni dell’Italia contemporanea: qualcosa pare immutabile, altro è fin troppo rapidamente cambiato. Tra frammenti sonori di trasmissioni televisive e radiofoniche, all’evocazione della voce di Pasolini si aggiungono quelle di altri intellettuali e persone qualsiasi, tra cui tanti immigrati alle prese con una nuova vita nell’Italia odierna, forse i testimoni più veri dell’attualità delle riflessioni pasoliniane.
In alcuni momenti il film sembra ritrovare volti e paesaggi citati nel testo, 50 anni di distanza svaniscono, dalle immagini a colori traspare un’anima in bianco e nero, mentre le parole di Pasolini tornano a parlare del nostro paese al tempo presente. Qui finisce l’Italia non offre accomodanti diagnosi morali o facili ricette politiche. Piuttosto traccia geograficamente e metaforicamente i confini di un paese confuso, in cui sta a noi trovare sensi e percorsi coerenti con la sua Storia recente.
in collaborazione con Playtime Films