The Lost Souls of Syria
- Garance Le Caisne
- Stéphane Malterre
27.000 foto di detenuti civili torturati a morte sono state trafugate dagli archivi segreti del regime siriano da un disertore militare con il nome in codice Caesar, e rese pubbliche nel 2014. Il regista Stéphane Malterre e la sua co-autrice e consulente storica, Garance Le Caisne, hanno indagato fino a che punto la giustizia internazionale si dimostri impotente nel perseguire il criminale Stato siriano. Mentre il caso sembra destinato all’oblio, le famiglie delle vittime, insieme agli attivisti e allo stesso Caesar, cercano invece verità e giustizia attraverso i tribunali di tutta Europa. Oltre cinque anni di indagini e battaglie porteranno al primo processo contro gli alti funzionari responsabili della macchina della morte siriana.
Stéphane Malterre è un regista francese. Ha conseguito un master in Scienze linguistiche e ha lavorato come giornalista, critico letterario e cinematografico. Ha quindici anni di esperienza come reporter per un'agenzia di stampa, per cui ha scritto, filmato e diretto oltre venti inchieste e documentari, trasmessi da Canal Plus, France 2, M6, Arte. Nel corso degli anni ha indagato su scandali politici e finanziari, sul traffico internazionale di armi, sui conflitti in Africa (Costa d'Avorio, Repubblica Democratica del Congo), oltre che sulla primavera araba (Tunisia, Libia, Siria). Tra i suoi lavori Jacques Chirac: La Justice Aux Trousses e Syrie, la Mort en Face. Il suo film The Father, the Son and the Jihad del 2016 è stato girato durante tre anni in Siria ed è stato selezionato per una quindicina di festival internazionali.
Garance Le Caisne è un'autrice e giornalista francese. Ha iniziato la sua carriera come corrispondente in Egitto, dove ha vissuto per otto anni. Ha seguito il processo di pace israelo-arabo e l'ascesa del terrorismo islamico in Medio Oriente. Come giornalista freelance ha raccontato la Siria dall'inizio della rivoluzione, per capire i crimini commessi dal regime, la trasmissione di una memoria amputata, il risveglio di una parte della società e il desiderio dei siriani di riprendere il controllo della propria storia. È l'autrice del premiato "La macchina della morte", pubblicato in Italia nel 2016 da Rizzoli. Nel 2022 ha scritto il libro "Oublie Ton Nom: Mazen Al-Hamada, Mémoires d'un Disparu". The Lost Souls of Syria è il suo primo lungometraggio documentario.
Abbiamo pensato a un film che, attraverso una rappresentazione cinematografica, potesse amplificare la testimonianza del disertore, incarnando lo spettro del terrore. All'inizio ci sfuggivano i personaggi e la cornice narrativa: come filmare l'impensabile? Non potevamo andare in Siria, sulla scena dei crimini, e intanto le prigioni di Damasco continuavano a riempirsi. Quante persone sono scomparse dall'inizio del conflitto? 100.000? 150.000? Quanti stanno morendo lì mentre scriviamo queste righe? I nostri occhi continuavano a seguire il singolare destino delle foto di Caesar. La loro traiettoria aveva trasportato la realtà fuori dalla Siria, lontano dalla scena del crimine. Rivelando l'esistenza della macchina della morte, il disertore aveva posto al mondo una domanda scomoda sulla questione della giustizia e dell'impunità. Quella domanda sarebbe diventata il centro di gravità del film, lo sfondo sul quale si sarebbero confrontati la memoria dei morti, il destino dei vivi e la perpetuazione di un sistema. Stéphane Malterre e Garance Le Caisne