• Regno Unito
- 2017 - 92'
Lingua: Inglese, arabo, nepalese, malayalam e kwa - Sottotitoli: Italiani
Anteprima: Italiana

SINOSSI

Nel 2022 il Qatar ospiterà i mondiali di calcio e alle infrastrutture stanno lavorando 1,6 milioni di immigrati, il 60% della popolazione del paese. Vengono da India, Nepal, Bangladesh, Filippine e sempre più dall’Africa: lavorano nel paese più ricco del pianeta con orari massacranti per salari esigui, vivendo in campi isolati dalla città. Il film apre per la prima volta le porte di questo mondo seguendo il torneo di calcio sponsorizzato dallo stesso comitato che sta organizzando la Coppa del Mondo, a cui partecipano le rappresentative di 24 imprese costruttrici. Eroi sul campo ma ai margini nella società qatariota, i lavoratori vivono una terribile pressione psicologica, svuotati della speranza che li aveva spinti a emigrare.

Festival:
  • Sundance
  • CPH:DOX
  • HotDocs
  • Sheffield

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DICHIARAZIONE

«Un riflettore si è acceso sul Qatar all’annuncio che avrebbe ospitato il campionato mondiale di calcio 2022. Giornalisti di tutto il mondo hanno tentato di accedere ai campi per i lavoratori e ai cantieri, ma sono stati inevitabilmente fermati e alcuni arrestati. È grazie al fatto che la troupe del nostro film vive in Qatar, che abbiamo avuto le conoscenze necessarie per negoziare l’accesso ai campi. La nostra squadra ha lavorato insieme lì per molti anni producendo reportage per canali come CNN, BBC e HBO, alcuni proprio sui cantieri dei mondiali, ma potendo raccontare solo una parte della storia, in cui i lavoratori venivano visti solo come vittime, e spesso eravamo stati costretti a nascondere la loro identità. Queste storie rappresentano ancora uno squarcio importante su quella realtà, ma gli mancava qualcosa. Per fare un film di cui i lavoratori sarebbero stati fieri, volevo catturare la complessità delle loro esperienze, spingermi oltre la narrazione abituale secondo cui i migranti sono vittime delle circostanze, e la mia speranza è che il nostro film crei empatia con loro, piuttosto che solo simpatia. Il calcio è stata la chiave ideale, e scegliendo protagonisti da India, Kenya, Ghana e Nepal che vivono insieme in Qatar, il film è anche il ritratto di un mondo sempre più globalizzato, in cui lo sport è un fenomeno universale, nei drammi come nei trionfi. I mondiali vengono costruiti sulle loro spalle, eppure continuano ad amare il calcio: questo paradosso credo rappresenti l’equilibrio del film». Adam Sobel

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